Ciao Mr. Jobs.
Molti ragazzi italiani la invidiavano sin dal cognome.
Con i suoi prodotti i gay di tutto il mondo hanno trovato nuova linfa per la loro proverbiale stizza e vanità. Di più: lei ha fatto capire agli eterosessuali quanto un marchio possa qualificare vite, modi e mode. So di amici che non hanno soldi per pagarsi una bolletta dell’Enel, avendo speso tutto per un suo MacBookPro, che tra pochi giorni giacerà comunque spento.
Nel salutarla volevo ricordare a chi non lo sapesse che nella sua azienda l’assicurazione sanitaria era estesa alle coppie lgbt, e che le politiche aziendali per le persone gay erano cosa risaputa, rispettata e purtroppo poco imitata. Volevo ricordare a chi non lo sapesse che –leggenda narra- il logo della mela morsicata è in ricordo di Alan Turing, quello che iniziò a formalizzare i concetti di algoritmo e fu l’artefice del moderno computer, padre dell’informatica e dell’intelligenza artificiale. Nel 1952 per la sua omosessualità, accettò cure ormonali di castrazione pur di non finire in carcere. Poco dopo si suicidò mangiando, come Biancaneve, una mela al cianuro.
Gentile, attento e prezioso è sempre stato questo omaggio che, negli ultimi anni, viene orgogliosamente celebrato anche dagli omofobi più indefessi.
Ha lasciato alla guida della sua azienda Tim Cook, omosessuale dichiarato, che dovrà combattere contro una sorta di santificazione che ora la rete le sta dedicando, ma in fondo credo che non farà niente di più o di meno di quello che avrebbe fatto lei.
Io l’iPod non l’ho mai usato perché iTunes l’ho sempre trovato poco intuitivo e non ho mai capito in quale cartella mi nascondesse le canzoni, ma il MacBookPro lo uso da circa un anno e ne sono contento.
Solo una cosa mi chiedo, Mr. Jobs: perché le sue macchine non abbiano mai supportato i videogiochi.
Certo ora, negli ultimi tre anni, qualche versione stenta a esser proposta, ma la refrattarietà dei suoi sistemi al mondo videoludico è sempre stata lo spartiacque dei geek di tutto il mondo.
Son sicuro che se avesse infilato nel suo sistema operativo – chessò – un solitario o un campominato, il monopolio della mela morsicata sarebbe stato totale.
La chiamano genio, e la chiamano filosofo del nuovo millennio. Forse è questo il punto: i filosofi sono pessimi giocatori, sempre a pensar a cose serie, mai a prendersi una pausa, calmare la fame, smettere per un po’ d’esser folli.
Ciao Mr. Jobs.
con rispetto e riconoscenza
GQ
Ci sono gli scacchi che funzionano anche a comando vocale, non ti piacciono 🙂
Uno dei più belli e meno banali ricordi di SJ che ho letto oggi. Però, l’ultima parte, quella su iTunes e i videogiochi denota una scarsa comprensione (forse perchè sei un neo Mac user) del mondo Apple e della filosofia Mac. Non è u a critica, ma un invito 🙂 Stay hungry, stay foolish.
Ehm…
“The logo is often erroneously referred to as a tribute to Alan Turing, with the bite mark a reference to his method of suicide.[160][161] Both the designer of the logo and the company deny that there is any homage to Turing in the design of the logo”.
(http://en.wikipedia.org/wiki/Apple_Inc.)
🙂 bravo.
tiè e porta a casa, con -leggenda narra- v’ho fregato
@Ciro, non è vero che GQ ha una scarsa comprensione dei Mac perché è un neomac user, infatti è gay, quindi per definizione è un mac user a tutti gli effetti.
hahah i lovvo anon