IL RICONOSCIMENTO arriva a pochi giorni dal coming out del Ceo di Cupertino Tim Cook: alla Apple non c’è alcuna disparità di trattamento tra gli impiegati eterosessuali e quelli appartenenti alla comunità Lgbt (lesbiche, gay, bisessuali e transgender). A certificarlo è il “Corporate Equality Index”, la graduatoria stilata dalla Human Rights Campaign. La fondazione, che difende i diritti delle persone Lgbt, ha preso in esame centinaia di aziende Usa. Apple è stata promossa a pieni voti per il tredicesimo anno consecutivo. “L’inclusione ispira l’innovazione”, ha commentato Cook in un tweet.
La Mela è tuttavia in buona compagnia: delle 781 società esaminate, 306 hanno ottenuto il punteggio massimo, cioè cento. La situazione è ben diversa dal 2002, primo anno di pubblicazione della classifica, quando a vedersi assegnare 100 punti erano state solo 13 compagnie. I parametri considerati spaziano dalle politiche di non discriminazione ai benefici, anche sanitari, per i partner degli impiegati, indipendentemente dal loro sesso. Tra le prime 20 aziende della classifica “Fortune1000” sono 14 quelle ad aver ottenuto il punteggio pieno. Oltre ad Apple, ci sono Chevron, General Motors, General Electric, Ford, AT&T, Federal National Mortgage Association, CVS Caremark, McKesson, HP, UnitedHealth Group, JPMorgan, Cardinal Health e IBM. Sul fronte opposto sta Exxon Mobil, con un punteggio di -25.