Si chiama VIRTUALEROTICO, Sesso, pornografia ed erotismo nei videogiochi, edito da Unicopli, Ludologica Game Theory, ed è una raccolta di interventi a cura di Luca Papale & Francesco Alinovi, e uscirà il prossimo mese.
Ne parlo ovviamente nel mio blog perché ci sono anch’io nei magnifici 10 e sì, si parla di rappresentazioni LGBT anche questa volta: perché la rappresentazione della fisicità è parte integrante della cultura omosessuale, come conquista del corpo precedente a quella dei diritti sociali.
Inutile fare i bacchettoni: l’erotismo e la pornografia sono stati il grimaldello di un iniziale grido di ribellione, dal voyerismo delle riviste Beefcakes e Phisyque, al Nathan Drake dei fanart in rete.
VirtualErotico. Sesso, pornografia ed erotismo nei videogiochi traccia una storia ragionata della rappresentazione della sessualità nel medium videoludico, e analizza le principali tematiche orbitanti attorno a questo fruttuoso binomio, attraverso contributi di professionisti del videogioco e note firme dei Game Studies italiani: da Francesco Alinovi, che analizza le diverse sfaccettature del rapporto tra videogiochi e sesso, tra game design e psicanalisi, allo stesso Luca Papale con un approccio sistematico di stampo storiografico.
Simone Tagliaferri e Carlo Cuomo, espongono riflessioni sulla sessualità negata e le possibilità delle nuove tecnologie.
A seguire, il dittico di saggi di Stefano Triberti\Luca Argenton e Roberto Di Letizia, analizzano come la presenza di contenuti erotici più o meno marcati influisca sul giocatore,tra aspetti psicologici o etico-filosofici.
Il mio contributo, quello di Rosy Nardone e quello di Chris Darril, si concentrano tutti sulle rappresentazioni, spesso stereotipate, del gender nei videogiochi; e se Nardone segue un approccio pedagogico, esplorando il potenziale formativo del videogioco non solo in ambito di educazione sessuale, ma di educazione al genere; io tiro le somme su cosa è cambiato e cosa no dal 2009 (anno in cui si ferma Videogaymes. Omosessualità nei videogiochi tra rappresentazione e simulazione (1975-2009), pubblicata nella stessa collana); Darril, infine, indaga la presenza di contenuti erotici e stereotipi di genere nelle pubblicità videoludiche. Concludono Debora Ferrari e Luca Traini, che collegano arte classica e videogiochi in un’iconografia di flusso continuo.
Dal mese prossimo cerco di parlarvene in maniera più approfondita, promesso.