La presenza di personaggi lesbici è una costante nell’immaginario videoludico consapevole di un target altamente maschile, questo perché l’immagine di due lesbiche è una delle principali rappresentazioni dei desideri erotici del maschio eterosessuale occidentale. Tutta l’iconografia erotica femminile, dalle lolite alle esuberanti maggiorate, iniziano nella metà degli anni ’80 a popolare sempre più i videogiochi sostituendo principesse indifese e promettendo nudità come ricompensa.
Quindi rarissimo esempio quest’avventura di testo che andiamo orsù a presentare.
Se abbiamo sempre indicato come primo gioco lgbt il simulatore Stroker, la comunità video ludica indica come primo gioco a trattare la tematica omosessuale un’avventura di testo dal nome Moonmist (Infocom 1986), scritto da Stu Gallery per piattaforme come Ibm, Pc, Apple, Amiga, Atari ST e Commodore 64.
Benché distribuito tre anni dopo Stroker, è sicuramente un gioco mainstream che presenta un personaggio lesbico con struttura psicologica e un certo spessore narrativo eludendo quindi una rappresentazione pornografica. Peccato che il personaggio in questione sia una disturbata e pericolosa assassina. Spero che il valore storico di questo discorso possa perdonarmi l’avervi rivelato il finale, dato che Moonmist è un giallo che racconta la storia di un detective ingaggiato dalla sua amica Tamara Lynd alla vigilia del suo fidanzamento, per scoprire il mistero della “Dama Bianca”, un fantasma che si aggira nel castello Tresyllian in Cornovaglia.
Difficile credere che sia davvero il fantasma quello che cerca di uccidere la promessa sposa, e così il sospetto ricade sugli invitati, tra cui Vivian Pentreath, artista schiva ed ex amica della prima moglie dello sposo, apparentemente risentita da questo nuovo matrimonio. Si scoprirà che tale astio non è nutrito dalla gelosia per la defunta amica, ma dalla passione segreta che la lega alla stessa Tamara Lynd.
Seppur la rappresentazione della lesbica assassina in quegli anni risultava un coup de théâtre inaspettato e seducente, c’è da dire che narrativamente Vivian Pentreath può essere annoverata come il primo personaggio lgbt della storia dei videogaymes. E forse come unica lesbica dei videogiochi a non portare una quinta di reggiseno.
GQ
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