Mattie Brice è una bravissima game designer, giornalista di videogiochi (Kotaku, Paste Magazine, e Pop Matters) e attivista sul fronte gay, lesbico e transgender negli US. Come il bellissimo Dys4ia della già conosciuta e amatissima Auntie Pixelante, anche Mattie ha utilizzato il mezzo del videogames per raccontare le difficoltà concrete e quotidiane che una persona transgender incorre da mattino a sera.
Ne abbiamo già parlato qualche mese fa, di come il videogioco si stia finalmente affacciando nel mondo dell’arte con la sua potente unicità, quella di un’immedesimazione che nessun altro mezzo può offrire.
Il débrayage (la scissione creatrice da una parte del soggetto, del luogo e del tempo dell’enunciazione, e dall’altra della rappresentazione attanziale, spaziale e temporale dell’enunciato, il “non-io-non-qui-non ora”) è infinitamente più potente nel videogioco, e in questo cavallo di Troia emozionale, l’arte trova la sua funzione essenziale di emozione-comunicazione.
È finito il pistolotto, potete svegliarvi. Veniamo alla ciccia.
Mainichi (in giapponese “tutti i giorni”) è un RPG dallo stile 16bit che ricorda malinconicamente Earthbound (anche di questo ne abbiamo già parlato qui), e racconta le sue lotte personali-sociali che come donna transgender incontra ogni giorno, in ogni semplice azione quotidiana: dal caffè con un amico, alla commissione per la casa. Da mattino fino a sera, saremo chiamati a condurre la vita della protagonista e decidere in che modo rapportarci con la società.
Una volta tornati a casa e finalmente a letto per una sana dormita, il gioco rinizierà daccapo, ma le scelte fatte il giorno precedente avranno una loro importante conseguenza. Scelte e conseguenze, cause ed effetti, in una presa di coscienza che, attraverso la gamification della simulazione, sottolinea l’importanza di essere sé stessi e di come le nostre decisioni influenzino chi ci sta intorno.
Da giocare subito sul vostro PC o MAC, scaricandolo gratuitamente QUI.
Ancora convinti che la vostra identità di genere, o orientamento sessuale, sia una cosa “da lasciare nella camera da letto”?
Un bellissimo progetto!!! Ci vorrebbero molte più idee così!
oltre a quello di Auntie, linkato nell’articolo, ce ne sono altri tre solo dell’ultimo anno. Spero durante la settimana di parlarvene.
Non vedo l’ora!! Intanto ho provato questo!