Non so se a voi capita, a me spessissimo: quando dico che passo il tempo giocando ai videogiochi, devo anche spiegare che di acqua sotto i ponti ne è passata dal loro Atari 2800. Non perché mi senta in difetto o voglia dare l’impressione di perder tempo con PacMan, ma perché in genere la loro risposta “Non mi piacciono i videogiochi” mi fa scattare un istinto di proselitismo senza pari.
Quindi di solito inizio un sermone sulla bellezza di cui si stanno privando.
Perché di cose belle si tratta, come in questo caso.
Allora facciamo un gioco: mi dedicate quattro minuti (sì, lo so, su internet sono un’eternità, ma fidatevi), vi vedete il video che c’è qui sotto come fosse un cortometraggio, come se fosse cinema, che più o meno piace a tutti, no?
Dimenticatevi per pochi minuti che questo è un nuovo capitolo di un videogioco premiato come il migliore del 2013 praticamente da chiunque abbia avuto un joypad in mano: The Last of Us: Left Behind.
Se non conoscete il preambolo ve lo riassumo brevemente: il mondo è stato falciato da una spora che rende gli uomini degli zombie, ma per quei pochi che son sopravvissuti la vita continua, faticosamente, duramente, drammaticamente, ma continua. Così due giovani amiche, Ellie e Riley, decidono di passare un pomeriggio in un centro commerciale abbandonato, lasciando il mondo fuori, cercando di essere adolescenti, per un pomeriggio, solo uno, prima che una di loro parta per sempre.
Sì, c’è il rischio spoiler, ma tanto a voi i videogiochi non piacciono, no?
Ora pensate che questa storia potete viverla impersonando Ellie. Ecco questa è la bellezza dei videogiochi di cui vi parlavo.
Su, abbiate il coraggio di ripetere: “Non mi piacciono i videogiochi“, adesso.
(Se vi siete incuriositi, leggete anche questo)
Ma la TENEREZZA?
:’)))
A little rationality lifts the quality of the debate here. Thanks for cobrtinuting!